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"Tra realtà e simbolismo" - galleria immagini

 

"Si può entrare in un sogno altrui senza importunare il sognatore, anzi condividendone le emozioni e, insomma, partecipando al sogno? La domanda è fìno ad un certo punto capziosa, perché la risposta dipende da chi è il sognatore e come sogna. Se il sognatore è qualcuno che descrive le cose sognate, allora il nostro ingresso nei suoi spazi è addirittura facile. Così avviene con i tre temi veneziani dipinti da Willy Pontin e raccolti in questa cartella d'arte sotto il titolo Sognando Venezia. Il pittore noalese ha trovato nel tema della magica Città dalle luci riflesse un giacimento inesauribile di immagini e di suggestioni.

Perché, qui, per dirla con un poeta, «la luce è sorella dei ricordi». Su queste emozionanti visioni Willy esercita il suo amore per la geometria poetica, per lo scambio di piani fìgurativi nello spazio. Perfettamente incorniciati da un segno fine e rigoroso, tagli piani e pittorici sono sempre collegati ad una figura umana - una Donna misteriosa e come presa da incantesimo e ad un mazzo di fiori.

Nei suo i dipinti, ricorrono questi motivi: le forme monumentali di Venezia, sintetizzate in profili incorporei e quasi trasparenti sono le sembianze del ricordo di un sogno, anzi di un mito; c'è sempre la Donna, presenza magica di una essenza, quella della nostra umanità; i fiori sono l'emblema chiaro e odoroso della Natura. La pittura disegnata di Pontin o il suo disegno pittorico, se si preferisce chiude in un lieve teorema questi tre elementi della sua arte.

Nella loro trasparenza e conpenetrabilità, le superfici piane - che sono laguna, dipinti sul cavalletto, tavolini, assemblaggi di frammenti architettonici producono un'effetto emotivo forte e complesso, fatto com'è di animi incrociati, di incontri fra presenze discrete e fuggitive, fra l'interno dello studio e l'esterno, collegamenti del presente con l'immobilità senza tempo di Venezia.

A fare da cerniera fra queste fasi della sua pittura sono di volta in volta i gabbiani, signori dell'acqua e dell' aria salmastra, e ramoscelli fioriti o foglie: elementi, tutti, che palpitano in una atmosfera di gioiosa vitalità.

Motivo ricorrente è anche lo studio del pittore, un in terno con figure ma anche con sogni nascenti; lo studio qui diventa uno spazio simbolico dell'intimo del pittore: ma la sua è un 'interiorità che si specchia nell'esterno del mondo, che entra in relazione dialogante con la realtà - la veduta, diciamo - e con essa mantiene uno scambio continuo. L'impressione che si riceve da questi dipinti è quella di un ordine a tutti noto e da tutti percepire nella sua bellezza, che è anche uno stereotipo. Il pittore, però, non si ferma alla contemplazione ma interviene ed elabora le sue visioni turbando o sbilanciando quell'ordine, quella specie di abitudine a una Venezia statica.

Ecco perciò i piani inclinati e come scivolanti uno sull'altro , ecco che uno semplice frullo d'ali, il respiro lievissimo di una donna, il profumo intenso di fiori irreali porta nell'immobilità silente un movimento; e nella sua pittura tutto accade davanti a noi. Il pittore non nasconde, non allude: semplicemente sogna con i pennelli in mano, e noi partecipiamo - dicevo come in diretta, a quel suo gioco fra lo studio d'arti sta , che è la ment e o l'anima, e la città che è la vita costruita dagli uomini, ed è anche la natura. Il Tempo soffia, il Tempo è una fuga di specchi verso l'infinito, o verso una inattingibile Bellezza".

Ivo Prandin

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